Quanto costa provare emozioni in moto? Per alcuni non è solo questione di potenza, ma anche di prezzo. Non si deve scendere sotto una certa cifra, pena: avere una moto di scarsa qualità acquistata solo per il prezzo invitante. Le emozioni hanno dunque un costo? Sì, perché le moto ancora non le regalano. Ma quanto costa emozionarsi? La poca spesa è compatibile con le emozioni?
«si vive sempre peggio spendendo sempre più soldi e si crede di aver bisogno di guadagnarne sempre di più.» André Gorz
La discussione nasce attorno all’ormai prossimo lancio della TRK 800, di cui non si conosce ancora il prezzo definitivo. Benelli ha recentemente dichiarato il listino di marzo 2022. Tra le novità, la Leoncino 800. Nella versione standard costa 7.490 euro (più spese di messa su strada), mentre la versione trial 7.990 euro (più spese).
Se, come già avvenuto in passato, i prezzi di Leoncino e TRK dovessero essere allineati, possiamo intuire quale sarà il prezzo della crossover di Pesaro. Per alcuni questa cifra è sintomo di qualità scadente del prodotto, che dalla sua avrà come unica arma quella di un prezzo aggressivo in grado di divorare la concorrenza. Come già avvenuto con la più piccola 500.
Anche nel 2021 infatti, al primo posto delle moto più vendute c’è la TRK502, con 6.543 unità nelle sue due versioni. Una sorta di anomalia, quella della piccola Benelli. Una moto, dicono alcuni, che sotto l’apparenza da lupo nasconde un cuore da pecora. Un mezzo cinese brandizzato italiano, dicono altri, ideale per l’acquirente vorrei-mai-non-posso.
Perché non dovremmo credere che questa formula si riproponga uguale anche per la versione 800? Domanda legittima. La qualità si paga.
Ma se il prezzo è direttamente proporzionale alla qualità costruttiva, alla cilindrata e i cavalli, alla dotazione, e al prestigio del marchio, l’emozione no. O meglio, non è necessariamente e direttamente proporzionale a questi fattori.
Il concetto di “qualità”, concreta o percepita, è centrale in un settore che lavora proprio sull’emozione, ma spesso è frutto di fraintendimenti e diatribe. Il caso della crossover Benelli, in un mercato dove le “mezze misure” sembrano in via d’estinzione, è emblematico di tutto ciò. Provare a ragionare intorno al suo successo, e all’attenzione che ne deriva, in una eterna lotta Prezzo VS Emozioni, potrebbe essere interessante.
È solo questione di prezzo? Dipende.
Partiamo da un punto fermo: per la TRK 800 le premesse non sono le stesse della sorella piccola. La TRK502 non ha mai avuto rivali degni di nota. Di certo il prezzo basso ha preso per la gola tanti acquirenti, che si sono trovati davanti una moto fatta e finita al costo di un usato. Ma la Benelli ha costruito il suo rilancio in una fetta di mercato poco competitiva: quella dei 500c. Prima di lei in quel settore c’era poco e niente. O perlomeno: non c’era nulla di davvero bello e originale, da attrarre masse di potenziali utenti.
La Benelli ha portato su quel mercato due moto che si potevano definire, passatemi il termine, fighe: la Leoncino e la TRK. E se fosse solo una questione di prezzo, si sarebbero vendute tante Leoncino quante TRK. Ma non è andata così. O ancora: si sarebbero vendute tante TRK classiche quante TRK col fattore X, ma di nuovo non è andata così. E solo quest’ultima (TRK502X) che si vende, e si discute, in massa. A dimostrazione del fatto che si tratta di una moto bella, ma soprattutto furba. Perché si inserisce nel crescente campo delle crossover dalle ruote a raggi, che oggi vanno per la maggiore.
Costa poco, certo, ma in quella fascia di prezzo, e in quella categoria, non esiste alternativa. C’è la Honda CB500X, da ben prima della TRK. Vero. Ma è una moto a cui mamma Honda ha dato “presenza” scenica solo di recente. E da listino costa circa 1000 euro in più.
La TRK502X è dunque la moto perfetta non solo per chi vuole spendere poco, ma anche per tutta una serie di utenti che cercano specifiche caratteristiche. Una moto dalla linea bella, appartenente a un mercato di tendenza. Dalla bassa cilindrata, così da non svenarsi con la triade assicurazione-bollo-manutenzione. Ideale per neo-patentati, o per chi ci cerca un’alternativa al maxi-scooter. Per tutti queste utenti, la TRK è una moto in grado di trasmettere emozioni, dunque vende.
Sarà lo stesso per la 800?
Nella fascia di prezzo/categoria in cui si inserisce la TRK800, ci sono agguerrite rivali, come le crossover medie giapponesi. Progetti rodati da decenni, che hanno alle spalle un’affidabilità riconosciuta e un parco utenti fedelissimo. A queste si aggiunge la nuova Triumph Tiger Sport 660. E anche se vorrei escluderla perché supera di pochissimo i diecimila, ci sarà da tener conto anche della CF Moto 800MT, con motore KTM.
Come già detto qua: il nuovo crossover Benelli sarà la prova di forza per la casa cino-pesarese. Vedremo se ha fatto saltare il banco solo perché offre mezzi a prezzi bassi, o se qualcosa di concreto ha da offrirlo, oltre al gusto del design italiano. Questo non lo vedremo al lancio, dove l’hype creato attorno al mezzo farà schizzare le vendite. Ma sul lungo periodo, quando l’utenza avrà a listino una marea di potenziali scelte con cui emozionarsi. La TRK800 infatti per ora sembra rispondere solo a una specifica utenza. I clienti fidelizzai con la 500, pronti al salto. E quelli che non hanno acquistato la 500 perché ritenuta troppo “piccola”. Ma per la differenza dovrà far qualcosa in più, e lo spazio di manovra c’è, come vedremo alla fine.
Chi la prova, passa subito ad altro
Che ci siano mezzi migliori della TRK502 è fuori discussione. Ma tra i 500cc, in quella fascia di prezzo, per quella categoria di moto, a detta del mercato italiano non esiste un prodotto migliore. Questo è un dato di fatto. Chi lo nega, nega l’evidenza. E il fatto che nell’usato se ne trovino tante, non è sintomo di acquirenti pentiti, ma sintomo che il mercato di quella moto è vivo. Tra l’usato si trovano tantissime BMW GS, altrettante Honda Africa Twin o Yamaha T-Max. Tutti utenti pentiti? No. Se un modello vende tanto, anche il suo mercato usato cresce.
Se ne trovano tante in vendita con pochissimi chilometri.
Sì, questo è vero, ma va tenuto conto che il prezzo d’acquisto basso, può spingere tanti utenti curiosi ad acquistarla, per poi rendersi conto che non è ciò che fa per loro. Ma questo non significa che sia così per tutti. Bisogno solo essere coscienti di cosa si cerca. E a proposito di cercare…
… per quel prezzo, prendi un buon usato
Una delle argomentazioni più dibattute è che allo stesso prezzo di una TRK nuova si può acquistare un usato “di qualità”. A meno che a dirlo non sia un ambientalista incallito (per cui l’acquisto di un usato al posto di un nuovo è sempre da preferire), tale principio logico è applicabile sempre e ovunque, e dunque nullo.
Se al prezzo di una TRK nuova posso acquistare una Suzuki V-Strom usata, allo stesso modo al prezzo di una V-Strom nuova posso acquistare una KTM 890 ADV usata. Al prezzo di una KTM 890 ADV nuova, compro una Multistrada usata, e così via.
Il principio vale per tutte le categorie di moto, ed è in contraddizione con una regola fondamentale del motociclista: una moto si acquista col cuore, non con la testa.
Acquistare un usato “di qualità” al posto di un nuovo, è quanto di più razionale e sensato si possa chiedere a un consumatore. Non scelgo ciò che mi piace, ma ciò che mi fa sentire più attento al modo in cui spendo i miei soldi. Perciò, seguendo questo principio, verrebbe meno anche l’argomentazione per cui chi acquista una TRK lo fa esclusivamente per il basso costo d’acquisto. Anche chi acquista un usato lo fa per un costo d’acquisto più basso rispetto al nuovo. Certo, può essere che un oggetto del desidero, da nuovo, sia fuori budget, allora si predilige la strada dell’usato, e questo permette di trovare una quadra tra testa e cuore. Ma ancora, vuol dire che il prezzo d’acquisto è un fattore determinante per chiunque, non solo per chi acquista una TRK.
Comunque, cerchiamo un buon usato
Una TRK502 messa su strada viene circa 6500 euro. Tra gli usati a quel prezzo si trovano molti prodotti. Una rapida ricerca nella mia zona, mostra una serie di moto che hanno alle spalle dai 3 agli oltre 10 anni di vita. E un chilometraggio che varia dai 10 agli oltre 50 mila chilometri. Una forbice ampia.
Le moto con 10 anni di vita o più e un chilometraggio elevato, vendute intorno ai 6 mila euro, sono di due tipi: le young-timer e le moto premium, due categorie che non si possono considerare alternative alla TRK.
Le prime sono ormai chiuse in una bolla speculativa fuori controllo, con prezzi elevati e indirizzate a una nicchia di appassionati e cultori. Le seconde sono appunto… premium, e benché con l’età sia calato il prezzo d’acquisto, non è calato quello di gestione. La triade assicurazione-bollo-manutenzione è sicuramente più dispendiosa su un 800/1000/1200cc che su un 500cc, anche se il prezzo d’acquisto è uguale. E per qualcuno è un fattore da tenere in considerazione in fase d’acquisto. Oltre al fatto che acquistare una moto di 10 anni con 50 mila chilometri alle spalle, al prezzo di un nuovo, è uno scoglio psicologico non banale.
Cosa resta?
Beh: dipende dai gusti. C’è effettivamente di tutto e, a detta di chi scrive, anche mezzi “migliori” della TRK, ma questo vuol dire tutto e niente.
(Quasi) tutte le moto trovate sono di cilindrata superiore ai 500cc, dunque più dispendiose da mantenere, e inadatte ai neopatentati.
(Quasi) tutte sono vendute da privati. Questo richiede conoscenza del mezzo, pratica di trattativa, e fiducia verso il precedente proprietario. Anche questo uno scoglio psicologico non banale.
Tante sono di categorie diversa da quella della TRK, dunque tipologie di moto non direttamente concorrenti.
Ciò che resta è il personale gusto e interesse di un utente. E questo ci porta a concludere che, probabilmente, chi acquista una TRK502 la fa semplicemente perché gli/le piace. Lo fa perché vuole comprare quella moto lì, e nessun’altra.
Non è sempre e solo una questione di vorrei-ma-non-posso. Ma spesso di gusti, volontà e necessità. Una moto che per molti “non ha i cavalli necessari per uscire dalla rampa del garage”, per altri può essere il sogno della vita, o un compromesso utile a fare ciò per cui viene acquistata. In tutti i casi, è in grado di trasmettere emozioni. Potete chiederlo a Zero HighWays se non ci credete.
Dunque, quanto costa emozionarsi?
Banalmente, quello che siamo disposti a spendere.
Ne avevo già accennato nell’editoriale di apertura: l’esclusività di un club è tale quando viene definita dall’esterno, non dall’interno. Se per qualcuno emozionarsi vuol dire uscire di casa cavalcando un mezzo da oltre 18 mila euro e 200cv, va benissimo. Ma limitarsi a definire il concetto di emozione solo attraverso i propri criteri, significa banalmente parlare di sé stessi. Parlare di quello che piace e interessa a noi, non del concetto di emozione in senso oggettivo.
Per qualcuno la TRK può essere un prodotto da non prendere in considerazione nemmeno da lontano. Per altri ancora una delle tante opzioni del mercato. E per altri il top che le proprie finanze permettono.
La verità, al solito, sta nel mezzo
La TRK502 è una moto valida, o non è valida?
Da quante ne vendono ogni anno, sembrerebbe essere valida. O per lo meno in grado di rispondere alle esigenze di tanti utenti.
È meglio o peggio di altre moto?
Dipende cosa si cerca in una moto. Non è una moto perfetta, ma una moto in grado di rispondere a una precisa domanda di mercato, che (quasi) nessun costruttore prima di lei considerava. Forse per non cannibalizzare il mercato maxi-scooter. Forse perché le basse cubature non sembravano far presa nel mercato europeo.
È il segno che ci stiamo impoverendo?
Non credo. Nella top 10 delle moto più vendute in Italia, circa il 50% sono mezzi che costano dai 15 ai 20 mila euro. I due max-scooter più venduti in Italia costano oltre 12 mila euro. È semmai il segno che la forbice del mercato si è aperta tanto, lasciando un vuoto nel mezzo.
Da una parte mezzi Premium: potenti, costosi, raffinati, tecnologici. Dall’altra, mezzi Basic: discreti, spartani, accessibili. Nel mezzo, un buco che l’utente medio ha necessità di colmare, verso l’alto o verso il basso, a sua personale discrezione ed emozione. Ed è forse su questo che punterà la TRK800, un po’ come già fatto dalla Aprila con la piattaforma 660, che ha ridato linfa a un mercato defunto.
Staremo a vedere. Nel frattempo, emozionatevi tutti, senza domandarvi quanto avete speso per farlo.