A settembre 2021 la Benelli TRK, nelle sue due versioni, ha sfondato il tetto delle seimila unità prodotte, confermandosi, dopo anni di dominio della best seller tedesca (BMW R1250/1200GS), la moto più venduta in Italia.
Un mese prima, la Moto Morini, ora proprietà cinese come la casa pesarese, presenta ufficialmente la X-Cape, un modello che si inserisce di prepotenza nel segmento della TRK («Fate largo» titolava “InMoto” di Settembre 2021), proponendo una cubatura maggiore, un design più personale e una dotazione tecnica più raffinata, oltre a un prezzo appena più elevato.
Più o meno nello stesso periodo, Aprilia svelava la Tuareg 660. Nata sulla base della RS660, si posiziona due gradini sopra le precedenti, andando a giocare in un campo dove a far la voce grossa è la Yamaha Teneré, da anni nella top 10 delle moto più vendute in Italia.
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Fattore X
Le moto col genoma X sembrano ormai dominare le classifiche di vendita e catalizzare l’attenzione di fruitori e costruttori.
Gli italiani sono un popolo di enduristi, verrebbe da dire.
Eppure, a guardare le classifiche di fine semestre 2021 pubblicate dalla rivista Motociclismo, non è così evidente e chiaro.
Come già per il 2020, nel 2021 le moto più vendute in Italia non sono le Enduro, ma le Naked, con oltre 37 mila immatricolazioni.
Il segmento con la X è secondo, con poco più di 36 mila unità vendute. Una differenza risicata, vero. Ma va tenuto conto che ben 15 mila unità di questo segmento fanno capo a quattro modelli. Benelli TRK, BMW R1250GS, Ducati Multistrada e Honda Africa Twin. Tutte nella top 5 a settembre 2021.
Se non fosse per queste moto, il segmento Enduro sarebbe ridimensionato al ribasso. Ma comunque in grado di fare numeri rispettabili, al di sopra del terzo segmento delle moto più vendute.
Nel 2020, la medaglia di bronzo è infatti andata alle moto da Turismo. Con 10 mila unità vendute hanno doppiato le Sportive, ferme sotto quota 5 mila. E nel 2021 la situazione è uguale.
Anche questo dato è curioso. Il mercato delle Sportive si è ristretto, ma che copra meno della metà di quello delle Tourer (Honda Goldwing, BMW R1250RT, o al più Kawasaki Ninja 1000SX), suona strano. Il segmento delle Sportive non è fatto solo di costose eccellenze da Superbike, ma di un vivo mercato di piccole cilindrate 125-400cc, e un rinato mercato delle medie rilanciato dall’Aprilia RS660, mai realmente abbandonato da Honda e Kawasaki, e ora ripreso da Yamaha con la R7 e la futura R9.
Mi vien dunque da pensare che “Turismo” non sia l’esatto equivalente di Tourer. E come già “Enduro”, non sia un termine restrittivo e preciso, ma fluido e dinamico.
Difatti, per la rivista Motodealernews, a maggio 2021 il segmento delle Tourer (in senso stretto e preciso) occupa appena l’1,7% del mercato, mentre quello delle Sportive il 4%.
Motordealernews non specificata la fonte dei suoi dati, mentre quella di Motociclismo è ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). Dunque la segmentazione dei modelli non è, credo, libera interpretazione della rivista, ma è fornita da chi elabora i dati.
Anche il portale Moto.it o la rivista InSella utilizzano i dati ANCMA e difatti suddividono tra moto da Turismo ed Enduro. Dunque per capire meglio è forse meglio spostarsi nella classifica per mezzo.
Di turismo e di Enduro
Tra a agosto e settembre 2021, nella Top 10, solo due moto appartengono alla categoria Turismo: Yamaha Tracer 9 e Yamaha Tracer 7. Mentre la Yamaha Teneré 700 viene indicata come moto Enduro.
La distinzione operata sui modelli di Iwata sembra chiara e sensata. Aiuta, a grandi linee, a capire cosa quella classifica può intendere per moto da Turismo ed Enduro. Ma non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi.
Ad esempio, tra le Honda viene indicata come Enduro una moto simile alla Tracer: la NC750X. Mentre viene indicata come moto da Turismo la CB500X, che monta un’anteriore da 19’ e ha un’escursione di forcella e ammortizzatore maggiore, tant’è che Renato Zocchi l’ha usata come base per partecipare alla Gibraltar Race.
Anche la Kawasaki Versys viene definita Enduro, sebbene, come la NCX, sia una diretta concorrente della Tracer, dato che ne condivide la filosofia di base: moto polivalente, nata dalla costola di una Naked, fatta per scorrazzare tra le curve di una statale. E basta guardare questa comparativa, per vedere che non mette mai ruota fuori dall’asfalto.
Anche il Suzuki V-Strom è classificato come Enduro, benché a differenza di Versys, Tracer e NC750X, monti la ruota anteriore da 19’ e, nella versione XT, i cerchi a raggi.
Spingendoci oltre, anche definire le due versioni della TRK come Enduro appare forzoso.
Se la TRK X ha degli elementi che ne agevolano un uso ricreativo sullo sterrato, la versione Standard è molto più in linea con le altre crossover giapponesi.
Posso capire che l’accorpamento venga deciso a monte per esigenze commerciali e d’immagine. La Benelli replica, in piccolo, la strategia di BMW e Ducati. Creare la moto “totale”, capace di mostrare una crassi perfetta tra il mondo stradale ed endurista.
Se non è la rivista allora, e se non è direttamente l’ANCMA, sono i costruttori a indicare il segmento di appartenenza di un determinato modello?
Perché cosa sia una moto da Turismo, e una da Enduro, lo sappiamo – o lo intuiamo. E che questi due mondi si stiano sempre più ibridando, lo vediamo. Ma un conto è la nostra visione ed opinione. Un conto è quello che ci dice l’ufficio marketing di una casa motociclistica. Un conto è ciò che realmente la parola che usiamo per definire un mezzo significa. E dunque che tipo di realtà ci racconta. E in questo caso ci sta raccontando che le moto da Turismo vendono più delle Sportive e che le Enduro vendono quanto le Naked. Benché il totale dei segmenti sia fatto con la somma delle vendite di mezzi la cui presenza o assenza nella categoria appare, dall’esterno, poco chiara.
Naked per tutti i gusti
Torniamo per un attimo al primo dato: le Naked.
Nella top 30 di ANCMA, le prime trenta posizioni vedono la presenza di dodici modelli classificati come Naked. Un occhio attento potrebbe far presente che il problema di fluidità di categoria si riscontra anche in questo settore, che include moto differenti tra loro, come la Benelli Imperiale 400, il Fantic Caballero e la Yamaha MT-09. Ma la scelta alla base dell’inclusione sembra comprensibile.
Le moto essenziali e leggere, prive di soluzioni tecniche ed estetiche che le identificano in qualche disciplina sportiva o categoria d’uso, nel mondo anglosassone vengono chiamate Standard, in quanto rappresentano il concetto di “moto” per antonomasia. Il termine Naked, o Roadster, viene utilizzato come sotto-categoria per indicare modelli di moto caratterizzate da uno stile sportivo, più o meno aggressivo.
Nella segmentazione proposta da ANCMA, il termine Naked sembra porsi come sinonimo di Standard, in quanto non si focalizza sullo stile specifico del mezzo (classico, retrò, sportivo, estremo), ma sui tratti essenziali che accomunano questo tipo di motociclette. Mezzi flessibili, privi di sovrastrutture specifiche, in grado di coprire le variegate esigenze e gusti di un’utenza a 360°.
La scelta di costituire una macro-categoria di questo tipo ha senso ai fini di un discorso ampio, che mira a intercettare l’interesse verso una generica tipologia di mezzo. Ma è difficile applicare lo stesso principio alla categoria Enduro, se viene affiancata da un’altra categoria (Turismo) in cui i criteri di appartenenza sembrano simili, se non quando uguali.
È come se alla categoria Naked affiancassimo una categoria Classic, dove andremo a inserire una moto come la Yamaha XSR ma non una Kawasaki Z900RS. Qual sarebbe il principio di quel segmento allora?
A Tutto Terreno
È chiaro che qui il termine Enduro indica mezzi polivalenti, pensati per la guida su strada ma che non disdegnano un approccio ricreativo, più o meno estremo, all’off-road.
Dalla piccola Kawasaki Versys 300 all’ammiraglia KTM 1290 Super Adventure R, esiste un mondo di “crossover” che ha monopolizzato il mercato, proponendo innumerevoli variazioni sul tema in grado di soddisfare tutti i gusti.
Dai modelli che guardando al mondo Tourer a quelli che guardano al mondo sportivo. E ancora quelle con un approccio specialistico e quelle che cercano la quadra perfetta tra i due mondi. Per arrivare a quelle dal gusto classico e retrò, come la bellissima Guzzi V85TT (in foto).
La varietà è ampia quanto quella del mondo Naked, se non di più.
Allora perché, nell’ampio spettro di possibilità, una NC750X e una Versys 650 dovrebbero avere più “affinità” col mondo Enduro, mentre una Tracer 7 o una CB500X dovrebbero essere più affini al mondo Tourer?
Perché una BMW S1000XR, che monta il motore 4 cilindri di derivazione della sportiva S1000RR, è considerata Enduro, mentre la più tranquilla BMW F900XR, che monta il motore bicilindrico della F850GS, è considerata Turismo?
Avrebbe senso accorpare questa varietà sotto un’unica macro-categoria, anziché dividerla in due filoni, a tratti, parecchio simili tra loro, i cui principi di inclusione ed esclusione non sono chiari?
Motodealernews definisce questa macro-categoria “Enduro-Stradali”, buttando nel calderone tutti quei modelli che potremmo definire cross-over o Dual Sport, termine che indica tutte quelle moto in grado di muoversi sia sullo sterrato che sull’asfalto, ibridando le diverse caratteristiche dei due mondi per trovare una sintesi che, a seconda dei gusti dell’utente o della filosofia del modello, fa pendere la bilancia più verso il mondo “enduro” o più verso il mondo “stradale”.
A questo punto la soluzione potrebbe essere quella di riferirsi alla classifica di Motodealernews per le Enduro, e a quella di ANCMA per le Naked. Ma non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi.
Prendendo a riferimento i dati di maggio 2021 (gli ultimi disponibili per Motodealernews), vediamo che ANCMA inserisce nel segmento Enduro alcuni modelli specialistici. Al 16° posto ad esempio c’è il Fantic 125cc Enduro/Motard, con 783 unità vendute.
Motodealernews invece inserisce il Fantic in una categoria a parte, chiamata solo “Enduro”, e composta da modelli specialistici di marchi come Betamotor, KTM, Husqvarna, Gas Gas, etc.
La scelta di Motodealernews può aver senso perché le vendite di un modello specialistico possono essere viziate dall’acquisto per uso sportivo (amatoriale o agonistico che sia), ma ragionare su questo ora ci porta fuori strada.
Motodealernews inoltre fa un’altra scelta discutibile, ovvero scompone il macro-settore Standard in tre sotto-categorie: Classic, Naked, e Naked Sportive. Con scelte di indirizzo dei modelli poco chiare.
Ad esempio, la Kawasaki Z650 e la Yamaha MT-07 vengono inserite tra le Naked, mentre le sorelle Z900 ed MT-09 tra le Naked Sportive. Questione di cilindrata? No, dato che tra le Naked Sportive troviamo la Honda CB650R (non proprio la quintessenza della sportività), la KTIM Duke 125 e la Keeway RKF 125.
Mentre tra le Naked “non sportive” viene inserita la Tuono 660, moto derivata dalla sportiva RS660.
E ancora, un modello come la Triumph Trident 660 (con 601 pezzi venduti nei primi cinque mesi del 2021), viene inserita da Motodealernews nel segmento Naked, mentre da ANCMA nel segmento Sportive. Perché?
Se, come ipotizzato, non è ANCMA a segmentare i modelli, ma sono direttamente le case costruttrici, che senso ha per Triumph indicare la Trident come “Sportiva” se dalla stessa, come annunciato, in futuro arriverà vera sportiva stradale?
Una domanda finale
Ho provato a controllare qualche rivista europea, per capire se questa confusione sorge anche oltralpe, ma non ho trovato risposte. Se non che l’equivalente più usato per Enduro è Trial.
Motorrad indica solo il modello e la quantità di unità vendute, senza perdersi in dettagli.
I francesi, più diretti e sbrigativi, fanno un’unica classifica che accorpa sia moto che scooter. Lo stesso sembrano fare gli spagnoli.
(Dalle tre classifiche indicate comunque sembra emergere un dominio pressoché totale del “Giesse”, ai vertici delle classifiche ovunque. E una scarsa se non nulla presenza dei marchi italiani, fatta eccezione per la Piaggio e il brand Vespa nel settore scooter).
Insomma, ci sto capendo poco, e la mia domanda a questo punto va alle riviste di settore.
Con che criterio vengono creati i segmenti delle classifiche di vendita? E su quali caratteristiche vengono inserite le moto in uno anziché nell’altro?
Perché se i criteri sono apparentemente arbitrari e non univoci, la classifica per “segmento” cosa dovrebbe raccontare?
Come ci si può fidare di un dato che dice che in Italia, in un dato periodo, si sono vendute tot moto di un dato segmento, se quel segmento sembra costruito con regole arbitrarie, in cui non è chiaro se a decidere che una moto sta di qua o di là è la rivista, il fornitore di dati o la casa motociclistica?
Ho mandato una lettera al direttore di Motociclismo, e spero faccia luce su questa mia confusione.